POESIA, CARCERE E FATICA

Voi non sapete la fatica/quando la strada piatta lassù al nord/abbandona il conforto/di un increspato asfalto/e varca la porta dell’inferno. Sono i primi versi della poesia con cui Vittorio Mantovani, detenuto del carcere di Bollate, artista, attore e socio della cooperativa Estia, si è aggiudicato il Premio letterario Emanuele Casalini riservato ai carcerati e assegnato lo scorso dicembre. Mantovani ha composto un ‘poemetto’, inno epico della Parigi-Roubaix, la corsa ciclistica più dura e impegnativa per definizione. Mantovani è poeta ‘di lungo corso’ e proprio recentemente è stato pubblicato il suo primo  libro di poesie, “La strada e il canneto”, edito da La Vita Felice Editore. Impegnato anche nel teatro, Vittorio Mantovani, fa parte della  compagnia Teatro In-Stabile che opera nella Casa di Reclusione di Milano Bollate. Un’iniziativa della cooperativa Estia sostenuta da Fondazione Cariplo. Questo il testo integrale della poesia con cui Mantovani si è aggiudicato il premio intitolato a Emanuele Casalini, professore di letteratura italiana, preside, promotore della  nascita di una sezione dell’Università delle tre Età nel carcere di Porto Azzurro.

Voi non sapete la fatica
quando la strada piatta lassù al nord
abbandona il conforto
di un increspato asfalto
e varca la porta dell’inferno.
Quando il sibilo ritmico
di movimenti e pedali
diventa salto di catena
sui pignoni induriti
e le ruote incocciano
spigoli di pietre.
Quando il corpo allungato
si aggrappa a un telaio
che implora pietà
e una terra nera di miniera
si mischia al sudore.
Voi non sapete la rabbia
quando il cuore inizia a pompare
oltre ogni limite, l’aria si fa rara,
e un sapore di vomito
spacca lo stomaco vuoto.
Quando fumo e polvere
seccano la gola
ad ogni rantolo di respiro
e tutto il mondo si rinchiude in una ruota.
Voi non sapete il boato
che accoglie la fine del massacro
quando i sopravvissuti si sfidano
con un ultimo sussulto
sulla pista di cemento di Roubaix

 

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