Un milanese a lezione di montagna, di vita, fin dal giovane età, portato a confrontarsi con un paesaggio così immenso e immensamente selvaggio da sovrastare ogni abitudine e schiavitù cittadina. Così accade a Pietro, un bambino all’inizio di “Otto montagne” (Einaudi), il nuovo romanzo di Paolo Cognetti, amato scrittore nato a Milano ma che volge spesso lo sguardo verso paesaggi alpini, anche perché “Qualunque cosa sia il destino, abita nelle montagne che abbiamo sopra la testa”.
Senza trascurare ciò che è tangibile, rocce, laghi, pascoli e corsi d’acqua, l’autore non propone una bucolica gita fuori città bensì un seminario di vita con esperienze sul campo. Fatte da Pietro per tutti i lettori. Continua a leggere